Associazione Nazionale Alpini

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Prigionieri di guerra

Quello dei prigionieri di guerra è un argomento che spesso non si è voluto trattare ma di grande importanza per il numero delle persone coinvolte. Oltre alle migliaia di soldati caduti nelle mani nemiche in seguito alla rotta di Caporetto, tanti sono gli italiani che nelle varie azioni sono diventati prigionieri di guerra, alcune volte volutamente, per scappare dal fronte, altre volte perché non hanno potuto fare altrimenti. In alcuni casi i soldati italiani sono anche riusciti a scappare dalla prigionia raggiungendo le proprie ambasciate e facendo ritorno in patria oppure ritornando ai propri reparti per continuare a combattere. In ogni caso, il governo italiano ha sempre considerato tutti i prigionieri dei traditori e per questo non si è mai interessato delle loro condizioni di vita; questo comportamento è costato particolarmente caro ai nostri soldati quando le risorse dell’impero erano talmente limitate che non poteva permettersi di sostenere i prigionieri di guerra. Soprattutto verso la fine della guerra gli austriaci stessi avevano difficoltà a trovare il cibo, tanto che si raccontano casi addirittura in cui le guardie austroungariche compravano gli alimenti dai prigionieri che li avevano avuto per mezzo della Croce Rossa. Gli unici aiuti ai prigionieri italiani arrivavano direttamente dalle famiglie attraverso la Croce Rossa.

Anche un certo numero di Alpini piacentini è caduto nelle mani del nemico: molti, a causa delle privazioni subite in prigionia, non hanno più fatto ritorno a casa. Risulta essere di 42 il numero degli Alpini deceduti in prigionia, la maggior parte nel 1918.

Ricordiamo che i prigionieri, dopo che vennero liberati, non tornarono subito alle proprie case ma vennero ospitati in appositi campi distribuiti sul territorio italiano. In questi campi gli ex-prigionieri, oltre che essere tenuti in quarantena per paura di malattie infettive, venivano interrogati dalle autorità militari su quello che avevano vissuto. Uno di questi campi si trovava anche nella nostra provincia, nei pressi di Gossolengo.