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Renato Molinari

Renato Molinari, figlio di Domenico e di Adele Bagarotti, nasce a Lugagnano Val d'Arda il 30 giugno 1886, è iscritto a Medicina a Bologna.

Quando muore, l'11 dicembre del 1917, è tenente del Battaglione Val Brenta del 6° Reggimento Alpini.

Renato viene ferito sul Monte Cukla e decorato di medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: "Ferito tra i primi durante l'attacco, continuava a comandare il reparto, dando prova di mirabile fermezza. Monte Cukla, 14 febbraio 1916". Considerando luogo e data doveva essere quasi certamente sottotenente del battaglione Bassano, del 6° Reggimento Alpini, che riforniva abitualmente di complementi il battaglione Val Brenta.

Il Battaglione Bassano giunge a fine novembre 1915 nel settore Serpenizza Monte Cukla. Nel periodo invernale gli Alpini devono vivere in condizioni particolarmente dure con mancanza di mezzi e attrezzature di ogni genere. Il 12 febbraio, attaccando con le mimetiche bianche, gli austriaci riescono a sorprendere le vedette e ad infiltrarsi nella linea del Cukla catturando gran parte del presidio e trucidando chi riposava nei ricoveri. Il Battaglione Bassano è ridotto a metà per le licenze e si deve così velocemente riunire per portare soccorso ai compagni attaccati che hanno tenuto a bada un nemico dieci volte superiore. Il 13 si svolge un forte attacco nemico che viene a fatica respinto e si decide di attaccare il 14 per riconquistare le posizioni perdute. Nel frattempo gli Alpini subiscono il bombardamento da parte dell'artiglieria, compreso il 305 di Ternova. Alle 21 con il fischio del comandante inizia l'assalto. Le ondate degli Alpini all'assalto "cozzavano contro i reticolati che, malgrado il bombardamento erano intatti. Maledizione! Sempre intatti questi reticolati. I poveri alpini, vista l'impossibilità di sorpassarli, si morsero rabbiosamente le mani e con le unghie, coi denti e colle baionette tentarono, in uno sforzo disperato, di far quello che l'artiglieria non aveva fatto. Tutto fu vano, le difese resistettero e il battaglione dovette rinunciare e ritirarsi, lasciando impigliati nel filo spinato e sopra la bianca neve chiazzata di rosso centinaia dei suoi figli". [...] "I resti del battaglione rotolavano intanto sanguinanti giù per il declivio e molti di essi impazziti dal dolore e dallo spavento andarono a cadere inconsciamente nei canaloni e nei roccioni sottostanti sfracellandosi."

Il 12 maggio 1916, tenente, sul Monte Cukla riceve un encomio solenne perché "Con serenità e fermezza riusciva a tener saldo il primo plotone per un'intera giornata su di una posizione fortemente battuta dal violento fuoco dell'artiglieria nemica".

Ci sono stati due importanti movimenti di truppe dal Bassano al Val Brenta:
- 8/9/1916 (dopo la battaglia del Monte Cauriol, dove il Val Brenta fu decimato) arrivano 241 complementi da Bassano
- 15/12/16 si costituisce la terza compagnia del Val Brenta, la 274° giunta da Bassano

Molinari, in quanto ufficiale, può essere comunque giunto al Val Brenta anche in altra data.

Durante l'anno 1917 la 2° sezione mitragliatrici, della quale è comandante, si trova sopra Forcella Magna, per la precisione sulla quota 2326 (attuale 2320) di Cima Lasteati.
Dopo la rotta di Caporetto, nella notte tra l'8 e il 9 novembre, tutto il battaglione Val Brenta, meno il plotone esploratori che fa da retroguardia, comincia la ritirata verso il Monte Grappa. Il giorno 10 la 2° sezione mitragliatrici si trova a difesa del forte di Cima Lan, poi fatto saltare all'arrivo degli austriaci.

Il 23 novembre si svolge il primo attacco, respinto, al Col della Berretta.

Il 26 un secondo attacco, dopo, però, la 2° sezione mitragliatrici di Molinari è in riserva, ai piedi di Col della Berretta.

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 1917 il Val Brenta riceve il cambio dal 3° battaglione del 58° Reggimento Fanteria della Brigata Abruzzi.

La 2° sezione si ferma sopra Solagna (Colli Alti); il giorno 10, con la 263° compagnia, si sposta a Cà d'Anna e alle ore 11 del giorno 11 inviata d'urgenza a Col della Berretta che è stato preso dalle truppe d'assalto austriache; tra le ore 6 e le ore 7 dello stesso giorno 11 Molinari perde la vita, probabilmente per scoppio di granata. Insieme a lui sono deceduti i due sergenti della sua sezione mitragliatrici, Oro Lodovico e Dal Santo Giovanni (così dagli atti di morte dei tre Caduti); il luogo è in prossimità di Col della Berretta (Monte Grappa).
Molinari viene poi decorato con una seconda medaglia d'argento alla memoria con la seguente motivazione: "Sprezzante di ogni pericolo, conduceva con mirabile ardimento la propria sezione mitragliatrici all'assalto insieme alle prime ondate. Ritto fra l'infuriare del fuoco nemico, incitava i suoi alpini alla lotta. Ferito da pallottola avversaria, ricusava ogni soccorso, e, con la parola e con il gesto, continuava a incorare i suoi uomini, finché, colpito di nuovo da un grosso calibro nemico, lasciava gloriosamente la vita sul campo. Col della Beretta (Vicenza), 12 dicembre 1917". La sezione mitragliatrici, il giorno dopo, viene comandata dall'aiutante di battaglia Cantele Gabriele: rimangono illesi solo 5 Alpini.

Nell'elenco degli Alpini del Val Brenta sepolti in un cimitero sotto Col della Berretta, il ten. Molinari non è presente, quindi deve essere stato sepolto in altro cimitero.

Così il cappellano scrive nel suo diario:
"tra i morti vedemmo con strazio il caro tenente Molinari caduto il giorno 11 alla testa dei suoi prodi mitraglieri"

Nel libro di Mario Mariani "sott'la naia" così viene ricordato:

- E il piacentino Molinari, studente di medicina anch'esso, che, sicuro di morire, si congedava dai compagni senza rimpianto, tranquillo, come dopo una serata gaia passata assieme: "Ciao, Baratto. Stavolta, sai, è proprio finita. Fa nulla... ho fatto il mio dovere." E cascava per dormire l'ultimo sonno.

Alla memoria di Renato Molinari, a Lugagnano, è stato intitolato il campo sportivo di viale Madonna del Piano.

Il 12 dicembre 1929, infatti, il comune acquista per 31.500 lire il terreno detto “I filari”, un appezzamento di 11860 metri quadri che costeggia lo stradone della Madonna del Piano e la strada detta “del Molinazzo”, per realizzare il campo sportivo dove ha giocato la Lugagnanese fino a quando sono stati realizzati i nuovi impianti lungo l’Arda.

Il sindaco che all’epoca acquista il terreno per il campo da gioco è Giovanni Forlini, un altro combattente reduce della Grande Guerra. Forlini viene preso prigioniero durante la ritirata di Caporetto del 1917, e l’eroico comportamento tenuto durante il contrasto all’avanzata austriaca è ricordato sul quotidiano Libertà con un articolo del famoso poeta dialettale Valente Faustini.


Bibliografia

Bonotto Giocondo (a cura di Bollini - Dal Molin - Pozzato) - In guerra con il 6° Reggimento Alpini - Itinera progetti

Lombardi Filippo - Il monumento ai Caduti di Lugagnano Val d'Arda - Grafiche Lama

Magrin Giuseppe – Battaglione Alpini Bassano - Sezione ANA Montegrappa

Stato Maggiore dell'Esercito - riassunti storici reggimenti Alpini


Si ringraziano per la collaborazione Filippo Lombardi e Massimo Peloia