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Lettera del 7 novembre 1918

Villa Piana, 7 novembre 1918

 Carissimi,

ora ad armistizio concluso posso senza reticenze farvi sapere il luogo preciso ove mi trovo. La mia divisione dopo aver cooperato grandemente allo sfondamento delle linee avversarie (è stata citata sui giornali) in direzione di Valdobbiadene, à avanzato velocemente su Feltre e qui si è fermata per dar il posto ad altre truppe fresche che han continuato l’inseguimento dell’avversario. Avremmo certamente ripresa l’avanzata se non fosse sopraggiunto l’armistizio.

Anche attualmente mi trovo nelle vicinanze di Feltre perciò in territorio che fu invaso. I racconti degli abitanti che subirono un anno di dure sofferenze sono terrificanti. Compassionevole è lo stato dei nostri prigionieri che a migliaia furono liberati in queste regioni ove gli Austriaci li avevano adibiti ai lavori più gravosi, senza, pensate bene, dar loro il nutrimento necessario al loro sostentamento.

Alcuni morirono appena liberati. Erano talmente deboli ed i loro stomaci talmente abituati al digiuno che appena potevano saziare il loro appetito venivano assaliti da malori mortali.

            Aneddoti delle atrocità austriache gli abitanti ne contano a centinaia. Venendo a casa, e adesso si ha la speranza, di venirci presto e per sempre avrò molto da dirvi.

Saluti Antonio